Rassegna stampa
In Iran si apre un mercato ricco
Riccardo Riva della F&R di Valmadrera: «Numerose le opportunità per le imprese lecchesi. È un’economia che dopo anni di sanzioni va rinnovata, con possibilità di lavoro per molti settori produttivi»

Cade l’embargo all’Iran e le aziende lecchesi non perdono tempo nel riprendere i rapporti commerciali con Teheran.

Già a novembre, dopo la firma dell’accordo sul nucleare, diversi imprenditori lecchesi avevano partecipato a una missione dell’Ice in Iran e ora, in aprile, il consorzio Premax è pronto a sbarcare con un proprio stand alla fiera iraniana della cosmetica dove trovare nuovi clienti per i prodotti del suo settore beauty, dalle forbici ai kit per manicure.

Lo sblocco ufficiale delle sanzioni all’Iran riapre per le imprese lecchesi della meccanica e dell’oil&gas possibilità dirette di business attese da tempo.

Relazioni, in fondo, mai interrotte, visto che l’embargo posto sull’Iran del 2010 non ha mai fermato le esportazioni. L’embargo ha reso più complicate le procedure ma, fuori dal “dual use” per quei prodotti che potenzialmente potevano prestarsi a normali forniture commerciali ma anche all’uso bellico, vendere in Iran per una lunga gamma di prodotti comunque era possibile.

Molti, a fatica, rispettando le regole che volevano solo l’export per prodotti non a rischio e dotandosi delle necessarie autorizzazioni finanziarie da chiedere al comitato sicurezza finanziaria del ministero dell’Economia per gli ordini oltre i 40mila euro, hanno deciso di resistere per mantenere un filo di collegamento in vista di tempi migliori. Che ora sono arrivati e promettono grandi business in un mercato che, se ancora alle prese con non indifferenti problemi valutari, ha 80 milioni di persone, una popolazione di età media di circa 30 anni fra cui 15 milioni di donne fra i 20 e i 40 anni, un Pil (2013) di 370 miliardi di dollari, previsto ora in forte rilancio proprio grazie al nuovo accordo.