Categoria Articoli: RASSEGNA STAMPA

Di seguito l’articolo pubblicato da il quotidiano LA PROVINCIA con un’intervista al nostro presidente, Riccardo Riva, sull’internazionalizzazione di un’azienda di spedizioni e logistica.

Con 230 dipendenti di cui 120 nella società brasiliana F&R BR e 70 in Italia, il Gruppo di spedizioni internazionali Fischer & Rechsteiner di Riccardo Riva con sede a Valmadrera realizza all’estero, fuori dall’Europa, il 97% del proprio fatturato. Nei settant’anni di storia aziendale gli investimenti sull’internazionalizzazione sono stati costanti e hanno sempre incluso anche la formazione linguistica, necessaria per un’impresa che ha insediato società in Brasile, Libano, Cipro, Tunisia, Dubai, e Hong Kong per gestire mercati di aree vaste che includono l’America Latina, il Medio Oriente e l’Asia Orientale. Fra i più recenti investimenti sul personale dedicato all’estero c’è l’inserimento di un nuovo area manager per il Golfo Arabico, così come non mancano le lingue straniere nei requisiti di quello che Riva definisce il suo “programma giovani” sulle scelte di inserimento al lavoro in Italia e nelle sedi estere del gruppo. Viene qui spiegato come per l’azienda le competenze sulle lingue straniere sia da sempre un fattore decisivo per la crescita su nuovi mercati.

La sua azienda è attiva sulle spedizioni internazionali in quasi tutti i continenti. Che spazio ha nella formazione del personale la conoscenza delle lingue estere?

Direi che ha uno spazio fondamentale, che riguarda sia la conoscenza linguistica in sé sia la possibilità di uno scambio su base culturale che passa ovviamente attraverso la padronanza della lingua. Siamo un’azienda da sempre internazionalizzata che costruisce il proprio business a partire dalle relazioni. Abbiamo fatto scelte fondamentali di insediamento in aree estere di valore-obiettivo con necessità linguistiche abbinato al ritorno necessario avvicinare alla mentalità di comunicazione delle culture, ed è stata una scelta giusta. Quindi tutto questo fa parte integrante e fondante dei nostri programmi di formazione.

Quali sono le lingue più utilizzate nell’attività quotidiana della sua azienda?

Inglese e francese per Maghreb, Medio Oriente, Estremo Oriente, Australia e area americana. Latina in generale. Con un’aggiunta importante, per chi gestisce interessi in Brasile ma anche in Angola per la sua parte di madrelingua del Paese: il portoghese. Messico sì o no Cile e Argentina, dove lo spagnolo ovviamente fa da terzo fattore. In base allo sviluppo strutturato in azienda mi è stato fatto che chi entra e decide di crescere si trova davanti a una scelta fra corsi di formazione in lingue in azienda o ai contatti direttamente nelle sedi estere. Di recente in San Paolo, per entrare in logistica a un certo livello, che richiedeva un corso di lingua locale e parliamo del portoghese brasiliano. Il Brasile è uno snodo fondamentale per chi vuole crescere.

Con il Brasile ha una relazione consolidata. Qual è il valore aggiunto di avere aziende persone formate per dialogare con quel mercato?

Fin dall’avvio della società in Brasile puntare su personale da formare anche per l’apprendimento del portoghese ha fatto la differenza. Il Brasile non è un Paese facile dove si possa pensare di avviare attività o portare a termine affari in breve tempo. A fronte di certe efficienze sorprendenti che in Italia possiamo solo sognare, il Brasile ha mediamente tempi lunghi di reazione avanzare con prudenza anche attraverso la gestione delle relazioni, fattore in cui conoscere la lingua è determinante. In proposito abbiamo una collaboratrice brasiliana, venuta in Italia giovanissima, a suo tempo residente a Roma ed entrata in contatto con Fisher & Rechsteiner attraverso comunicazioni nostre brasiliane. E anche in questo caso la formazione in azienda ha fatto la differenza, perché dopo un periodo nella sede di Valmadrea e una visita editoriale in Brasile ora ricopre il suo posto a San Paolo. Per noi è un valore aggiunto quando di trasferire localmente, con il ‘linguaggio’.

Quanto è invece diffusa in azienda la conoscenza dello spagnolo?

Sul resto del Sud America abbiamo al nostro interno diverse persone che parlano fluentemente spagnolo con i nostri partner locali con i quali, certo, sia noi che loro preferiamo parlare in inglese raggiungendo così l’obiettivo dello scambio verbale. Ma c’è molto di più del semplice scambio verbale: siamo noi ad avere la responsabilità di attrezzarci per calarci nel contesto locale e abbiamo deciso di farlo ormai da anni, perché abbiamo sperimentato in decenni di frequentazione di quei mercati che ciò rappresenta una marcia in più, una possibilità decisamente migliore di interloquire in quanto ci si sente più inseriti nelle forme comunicative del posto.

Una scelta fatta anche per assecondare l’affinità culturale con un’area come quella del Sud America?

Sì, non dimentichiamo che l’America Latina ha, appunto, nella sua definizione l’aggettivo “latina”, che ricorda un’affinità che riscontriamo regolarmente nei partner con cui lavoriamo su quei mercati. Ad unirci c’è infatti anche una certa capacità di gestire relazioni, magari a differenza di altri popoli più freddi sotto questo punto di vista.

In che modo la sua azienda si organizza per la formazione?

Il nostro personale partecipa periodicamente a corsi di lingua che sono sia di carattere generale. Le persone vengono formate in parametri di rispetto più elevati ma, soprattutto, organizzano corsi di lingua professionali, legati alle terminologie e alle caratteristiche tecniche del nostro mestiere. Ciò riguarda tutta quella parte settoriale che non viene affrontata nei corsi linguistici generici.